M’llumino di meno: cosa fanno i comuni italiani per combattere lo spreco energetico?

25 febbraio 2019| Silvia Sanna
M’llumino di meno: cosa fanno i comuni italiani per combattere lo spreco energetico?

Il 1° marzo 2019 torna M’illumino di meno, un’iniziativa finalizzata alla sensibilizzazione al risparmio energetico, lanciata nel 2005 dalla trasmissione radiofonica Caterpillar di Rai Radio 2.

Durante la campagna M’illumino di meno i cittadini vengono invitati a ridurre al minimo il consumo energetico, spegnendo il maggior numero di dispositivi elettrici non indispensabili.

L’iniziativa che vede coinvolta in prima linea la popolazione italiana è stata accolta con successo anche dai singoli Comuni e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri con il patrocinio del Ministero dell’ambiente.

Durante questa giornata, i Comuni che aderiscono spengono le proprie piazze e monumenti e organizzano attività di sensibilizzazione. Nei Musei si organizzano visite guidate a bassa luminosità, nelle scuole si discute di efficienza energetica, e in tanti ristoranti si cena a lume di candela.

La manifestazione, benché di breve durata, ha ottenuto un riscontro effettivo in termini di risparmio energetico. Secondo quanto riportato da Terna, la società responsabile della trasmissione di energia elettrica in Italia, nei minuti successivi l’avvio dell’iniziativa si verifica un sensibile calo dei consumi.

Un evento quindi non solo dal grande valore simbolico ma anche con un effetto tangibile sul tema del risparmio energetico.

Ma oltre a queste iniziative cosa fanno i Comuni italiani durante l’anno per ridurre lo spreco energetico?

ContrattiPubblici.org ci dà un’idea delle iniziative intraprese dai Comuni Italiani per ridurre lo spreco energetico.

Analizzando i contratti pubblici dei comuni italiani che hanno per oggetto dichiarato lavori di installazione o manutenzione di impianti di illuminazione a basso impatto energetico, scopriamo che tra il 2013 e il 2017  sono i comuni del Veneto quelli che hanno investito di più in opere di risparmio energetico con 146 contratti dal valore complessivo di più di 5 milioni €. A seguire i Comuni delle Marche, in particolare della provincia di Macerata (57 contratti), del Friuli Venezia Giulia (87 contratti) con 80 contratti stipulati nella sola provincia di Udine, e della Sardegna (80 contratti), dove il Comune di Nuoro risulta essere tra i comuni più virtuosi a livello italiano per investimenti in opere contro lo spreco energetico.

Se invece vogliamo sapere quali sono i Comuni italiani che si sono impegnati maggiormente nella riduzione dell’inquinamento luminoso scopriremo che sono sempre i comuni del Veneto i più sensibili a questo tema con ben 159 contratti su 321 a livello nazionale, per interventi complessivi da quasi 4 milioni €. A seguire i comuni del Trentino (64 contratti) e della Sardegna (43 contratti). Maglia nera invece alle Regioni e ai Comuni di Piemonte, Abruzzo e Valle D’Aosta, che dal 2013 al 2017 non hanno mai stipulato un contratto avente per oggetto la lotta all’inquinamento luminoso.

Dove per inquinamento luminoso intendiamo una delle forme più diffuse di alterazione ambientale causata dall’introduzione diretta o indiretta di luce artificiale nell’ambiente. La cui causa principale è data dalle emissioni di impianti di illuminazione esterna non a norma, ovvero quegli impianti che non emettono solamente la luce funzionale alla visione notturna, ma ne disperdono una buona parte in altre direzioni.

La prevenzione al consumo (risparmio energetico) è certamente il passo prioritario nella gerarchia delle azioni dei comuni ed è basato sul concetto di ridurre gli sprechi attraverso l’educazione a consumare meglio l’energia a disposizione.

Cercare di rallentare il cambiamento climatico è la sfida dei prossimi anni.

In Italia entro il 2030, dobbiamo riuscire almeno a triplicare i 20 GW installati di impianti solari e realizzare investimenti capaci di ridurre drasticamente consumi energetici e emissioni di CO2. Tutto questo, proprio partendo anche dalle azioni dei singoli comuni.


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