E-democracy: i cittadini come punto fermo della PA italiana

13 settembre 2019| Silvia Sanna
E-democracy: i cittadini come punto fermo della PA italiana

Secondo l’Eurostat, dal 2016 il 96% dei giovani tra i 16 e i 24 anni usa internet almeno una volta a settimana, l’88% dei cittadini europei tra i 25 e i 54 anni usa internet regolarmente e il 57% dei cittadini tra i 55 e i 74 anni vi accede regolarmente. È grazie a questi dati che L’Unione Europea, nel 2017, ha lanciato la sfida e-democracy a tutti gli Stati Membri.

L’Unione Europea ha già iniziato a sperimentare forme di democrazia digitale con la creazione del portale delle petizioni attraverso cui i cittadini europei hanno la possibilità di comunicare direttamente con il Parlamento Europeo attraverso delle petizioni.

E-democracy: cos’è

Con il termine e-democracy ci riferiamo a tutti gli strumenti di tecnologia innovativa che permettono ai cittadini di partecipare attivamente alle attività e ai processi decisionali delle Pubbliche Amministrazioni.

L’Utilizzo delle tecnologie ICT permette, infatti, la creazione e l’accesso per i cittadini a nuove forme di dialogo diretto con gli enti locali, rafforzandone anche il rapporto e la fiducia reciproca.

Non bisogna confondere il termine e-democracy con il termine e-government, con il quale ci si riferisce alle funzioni delle Pubbliche Amministrazione che sono rese più trasperenti attraverso un processo di informatizzazione.

Secondo il rapporto dell’Unione Europea, lo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno cambiando in maniera sostanziale la comunità. Si sta, infatti, assistendo a un cambiamento dal punto di vista comunicativo senza precedenti, che ha colpito tutti i soggetti che fanno parte della società moderna: dalle istituzioni alle aziende, fino ad arrivare ai singoli cittadini.

Questo tipo di sviluppi tecnologici e di cambiamento della società si posizionano anche in un periodo di perdita di fiducia nel concetto di democrazia che l’Unione Europea ha cecato di colmare approfittando delle nuove tecnologie per entrare in contatto con la comunità stessa.

Rischi e opportunità dell’e-democracy

La democrazia elettronica non vuole andare a modificare il concetto già esistente di democrazia, piuttosto mira a “responsabilizzare” le Istituzioni alla trasparenza e alla comunicazione con i cittadini.

Le nuove tecnologie devono essere considerate un bene pubblico al servizio di una democrazia più partecipativa. Hanno infatti un enorme potenziale per migliorare quelli che sono i processi di partecipazione pubblica al sistema democratico che comprendono non solo nuovi processi elettorali, ma anche l’introduzione di nuove forme di interazione tra le Pubbliche Amministrazioni e i cittadini.

Bisogna, tuttavia, considerare anche i fattori di rischio che questi nuovi strumenti teconologici possono portare come ad esempio:

  • Gap digitale: molti Paesi sono ancora ben lontani da permettere a tutti i cittadini di accedere alle nuove tecnologie. Infatti, ancora in molte zone dell’Europa non sono presenti le condizioni necessarie per accedere alla rete e, fattore ancora più importante, molte fasce della società sono ancora considerate analfabete digitali, ovvero che non hanno le competenze tecniche per utilizzare le nuove tecnologie che sono a disposizione;
  • Tutela dei dati personali: dal momento che è impossibile garantire la tutela dei dati personali al 100%, il rischio da considerare è una pregiudicazione della privacy sopratutto in materia di dati sensibili che riguardano le opinioni pubbliche;
  • L’importanza dei processi democratici: bisogna tenere conto che le procedure democratiche prevedono, nella maggior parte dei casi, un ampio dibattito e la risoluzione dei diversi conflitti, dovuti anche alle opinioni diverse; in un contesto simile la rete non sembra essere il luogo adatto in cui approfondire e discutere in maniera razionale di tematiche simili;

E-democracy e l’Italia

Grazie alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e l’automazione di alcuni processi, in Italia ci si sta avvicinando sempre di più non solo al concetto di e-government ma anche al concetto di e-democracy.

Le Pubbliche Amministrazioni stanno iniziando a mettere in condizione i cittadini di poter interagire e usufruire dei loro servizi anche grazie all’l’Art. 3 del Codice dell’Amministrazione Digitale che dichiara che “Chiunque ha il diritto di usare in modo accessibile ed efficace le soluzioni e gli strumenti  nei rapporti con i soggetti delle Pubbliche Amministrazioni”.

La presenza delle Pubbliche Amministrazioni sul web permette ai cittadini di entrare in contatto con loro anche attraverso diversi canali: dal sito web alle pagine ufficiali sui social network.

Conclusioni

Il concetto di e-democracy ha come obiettivo la diffusione della cultura, dell’istruzione e quindi della partecipazione politica da parte della comunità di un Paese. Infatti le nuove tecnologie permettono di abbattere le barriere culturali che spesso impediscono la partecipazione dei cittadini alla vita politica.

Uno dei punti chiave per fare questo ulteriore passo avanti nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni è quello di formare i cittadini ad avere uno spirito critico nei confronti delle diverse informazioni che riescono a reperire sul web in modo da attingere solamente a quelle verificate e permettergli di avere una cultura digitale sufficiente da colmare il gap attuale.


amministrazione trasparente PA digitale pubblica amministrazione trasparenza

Condividi

AZIENDE

Perché scegliere ContrattiPubblici.org?

Grazie a ContrattiPubblici.org puoi anticipare l’uscita di nuovi bandi analizzando le scadenze dei principali contratti e scoprire quali PA acquistano beni e servizi che offri.

Scopri come