Digitalizzazione del procurement pubblico: stato dell’arte e prossimi passi

14 ottobre 2019| Silvia Sanna
Digitalizzazione del procurement pubblico: stato dell’arte e prossimi passi

Il 18 settembre si è tenuto a Milano il workshop organizzato dall’Osservatorio Agenda Digitale sulla digitalizzazione del procurement pubblico dove, durante l’arco della giornata, si sono susseguiti vari interventi che hanno presentato lo stato dell’arte del procurement digitale in Italia, cosa è stato fatto e quanto c’è ancora da fare.

Durante il corso della giornata ci si sono posti tre obiettivi fondamentali:

  • Riflettere su come la Pubblica Amministrazione Italiana sta affrontando la grande sfida della digitalizzazione e come è possibile accelerare il processo;
  • Individuare varie modalità per inquadrare il procurement pubblico digitale come punto di partenza dell’attuazione dell’Agenda Digitale;
  • Esaminare le gare Consip relative alla trasformazione digitale della PA, ponendo particolare attenzione sulle procedure in corso e su quelle che devono ancora essere pubblicate.

Osservatorio Digitale e ContrattiPubblici.org

Durante la prima fase del workshop, l’Osservatorio Digitale del Politecnico di Milano ha presentato alcune ricerche per rispondere in parte all’obiettivo numero due della giornata e quali sono i soggetti interessati all’interno dei processi di procurement pubblico.

Quanto è stato speso finora per le piattaforme previste dal Piano Triennale (SPID, ANPR, e PagoPA)?

LGastaldi_grafici del public procurement innovativo

Per rispondere a questa domanda è stata fatta un’analisi incrociata dei dati di ContrattiPubblici.org e di SemplicePA.

Già alla fine del 2018, la Pubblica Amministrazione Italiana aveva investito oltre 22 milioni di euro nelle piattaforme di identità e pagamenti digitali.

I fornitori della Pubblica Amministrazione sono quasi sempre medie e grandi aziende e l’innovazione che potrebbe portare una startup viene spesso dimenticata, infatti sembra che i processi di procurement pubblico disincentivino la partecipazione di startup.

LGastaldi_grafici procurement innovativo_startup che lavorano con le PA

Meno del 10% delle startup italiane lavora con la Pubblica Amministrazione

È opportuno analizzare la situazione attuale in Italia in materia di procurement pubblico. Su un campione di 332 Comuni è stata analizzata la tendenza delle Pubbliche Amministrazioni al fare analisi nelle fasi pre e post gestione della gara d’appalto e quali, secondo loro, fossero le fasi più critiche (o onerose) durante il processo d’acquisto.

Benedetti_indagine comuni_procurement innovativo

La maggior parte dei Comuni non effettua analisi dei fabbisogni e delle perfomance di acquisto

Durante la ricerca è stato poi chiesto a Comuni di analizzare quale, secondo loro, fosse la fase più critica e onerosa durante la fase del processo d’acquisto. Le percentuali più alte sono state registrate nella fase prima della gara d’appalto.

Benedetti_criticaonerosa_procurement innovativo

La gestione dei capitolati è la fase più critica del processo di acquisto dei Comuni

Consip e la trasformazione digitale della PA

In quest’ottica, anche Consip, assieme al lavoro con l’Agenzia per l’Italia Digitale, sta lavorando alla programmazione per gare d’appalto strategiche per rispondere al nuovo Piano Triennale ICT 2019-2020.

Secondo il comunicato stampa pubblicato da Consip il 1 agosto 2019, oltre alle gare già pubblicate durante il 2018 e il 2019, prima della fine dell’anno è prevista la pubblicazione delle gare su:

  • Digital Transformaion;
  • Public Cloud;
  • Data Management;
  • Servizi applicativi in ottica Cloud.

Gli obiettivi principali da perseguire sono quelli di raggiungere, infatti, una maggiore apertura del mercato nei confronti delle PMI e ridurre la duranta dei contratti medi in modo da permettere una continua verifica dell’adeguatezza dei servizi offerti dai fornitori in modo che possano sempre rispondere alle esigenze delle Pubbliche Amministrazioni.

Digitalizzazione del procurement pubblico: il caso SATER

Durante la mattinata del workshop, un case study presentato è stato quello della piattaforma di e-procurement SATER, implementata da Intercent-ER nel 2015.

Attraverso la piattaforma, l’Emilia Romagna è stata in grado di informatizzare:

  • Tutte le tipologie di gara (procedura aperta, procedura negoziata, appalto specifico su Sistemi Dinamici di Acquisizione, ecc.);
  • Tutte le modalità di aggiudicazione (prezzo più basso, qualità/prezzo, ecc.)

Da magglio 2016 tutte le procedure di gara di Intercent-ER vengono effettuate telematicamente tu SATER e da ottobre 2017 anche quelle delle Aziende Sanitarie.

Inoltre, grazie a un modulo sepratato a supporto delle Pubbliche Amministrazioni, le PMI possono passare per la rete PEPPOL per:

  • visualizzare gli ordini;
  • Inviare documenti di trasporto;
  • Compilare le fatture

OpenPEPPOL è l’associazione che racchiude oltre 264 partner che discende dal progetto PEPPOL europeo avviato nel 2008 su iniziativa della commissione europea e conclusosi nel 2012

PagoPA nei Comuni: un successo per pochi

Durante la seconda parte del workshop è stata presentata una ricerca condotta da EasyGov su come i Comuni italiani stanno percependo effettivamente la piattaforma PagoPA.

Rispetto allo scorso anno il livello di consapevolezza dei Comuni nei confronti della piattaforma è sicuramente aumentato ma, fattore da non trascurare, è la mancanza di comunicazione e di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini su questo tipo di servizio.

Su un campione di 529 Comuni, infatti il 59% dei cittadini non conosceva PagoPa o non aveva le capacità/volontà di usare nuovi sistemi di pagamento.

Tendenzialmente, il problema di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini: si registra soprattutto nei Comuni di piccole dimensioni che hanno dichiarato di non compiere alcun tipo di azione in tal senso; il 28% si è limitato ad azioni per far conoscere PagoPA e creare awareness e solo il 19% ha cercato di stimolare i cittadini a usare i canali pagoPA attraverso incentivi come sconti o agevolazioni nel caso dell’utilizzo della piattaforma.

I Comuni switch off, che rappresentano il 3% del campione, sono Comuni di medie dimensioni che hanno abbandonato totalmente i vecchi sistemi per adottare PagoPA e sensibilizzare tutti i cittadini al nuovo metodo.


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