Che dimensione ha la corruzione?
21 novembre 2019| Silvia SannaIl tema della corruzione è sempre stato scivoloso e attuale. Come team che lavora con i dati della Pubblica Amministrazione, ci siamo posti una domanda: è possibile misurare il rischio di corruzione all’interno della Pubblica Amministrazione?
Abbiamo risposto con una ricerca che ha avuto come base il report finale prodotto da ANAC e dal Dipartimento Politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha portato a un sistema per analizzare il rischio di corruzione grazie ai dati dei contratti della Pubblica Amministrazione italiana.
La ricerca Misurare la corruzione sul grafo dei contratti pubblici italiani, pubblicato all’interno del manuale Misurare la corruzione oggi, obiettivi, metodi, esperienze, è disponibile in open access.
I dati che abbiamo utilizzato per la nostra ricerca, sono quelli che fanno anche parte del nostro motore di ricerca ContrattiPubblici.org: i dati pubblicati all’interno della sezione Amministrazione Trasparente nei siti delle Pubbliche Amministrazioni ai sensi della legge anticorruzione n. 190/2012.
Attraverso l’analisi degli open data, siamo arrivati alla conclusione che si può ipotizzare il rischio di corruzione se si presta attenzione alla qualità dei dati che si hanno a disposizione e analizzando specifici indicatori di rischio.
Gli indicatori di rischio del fenomeno corruzione
Gli indicatori sono frutto di dati reali e hanno il grande merito di produrre una conoscenza oggettiva del fenomeno della corruzione. Vengono analizzati per dare delle prime indicazioni concrete sulle situazioni di rischio che potrebbero indicare la presenza di fenomeni corruttivi.
Il report ANAC ha proposto una metodologia per la creazione degli indicatori partendo dalla letteratura già esistente che ha analizzato il fenomeno sia a livello nazionale sia internazionale, dividendoli in:
- Indicatori di rischio;
- Indicatori di contrasto al fenomeno corruzione.
Per la ricerca che abbiamo portato avanti come team, ci siamo focalizzati sugli indicatori di rischio e ne abbiamo presi in considerazione alcuni. I dati sui contratti pubblici a nostra disposizione ci hanno permesso di analizzare:
- Il rapporto tra procedure aperte e non aperte per ogni singola Pubblica Amministrazione;
- La variazione del costo finale in relazione all’importo stabilito in fase di affidamento del contratto;
- Il numero di procedure aperte per le quali gli enti hanno ricevuto una sola offerta;
- La ricorrenza di aggiudicazione dei fornitori in due archi temporali consecutivi;
- La variazione tra i costi di esecuzione effettivi e quelli inizialmente pattuiti.
Un fattore che abbiamo dovuto tenere sicuramente in considerazione durante l’analisi, è stata l’affidabilità dei dati pubblicati dalla Pubblica Amministrazione come dati mancanti, errori e imprecisioni nella fase di pubblicazione.
Calcolo del rischio corruzione attraverso l’analisi dei dati
Alcuni degli indicatori si possono calcolare solo a contratto concluso, infatti quando è stata condotta l’analisi, ci siamo focalizzati sui contratti della Pubblica Amministrazione durante il periodo temporale intercorso tra il 2014 e il 2016, poiché solo poche Pubbliche Amministrazioni avevano pubblicato una quantità di dati sufficiente per l’analisi nel periodo precedente e solo alcune di queste avevano già pubblicato dati durante il 2017.
Prendiamo ad esempio l’indicatore di rischio che riguarda la variazione dei costi di esecuzione utile per valutare se gli importi di inizio e di fine si discostano tra di loro rispetto a quanto era stato pattuito all’inizio dalla Pubblica Amministrazione.
Come abbiamo già accennato, all’interno della nostra ricerca, per calcolare il fenomeno per questo indicatore, abbiamo considerato solo i contratti per i quali le Pubbliche Amministrazioni avevano dichiarato già l’ammontare liquidato e una data di fine prevista prima del primo gennaio 2017.
Il grafico riporta che la maggior parte delle Pubbliche Amministrazioni ha dichiarato in media di aver pagato l’importo di aggiudicazione o di aver pagato il 20% in più (indicatori 0.00 e 0.20), ma ci troviamo ancora all’interno di un margine di tolleranza. I problemi di data quality iniziano a registrarsi quando le Pubbliche Amministrazioni dichiarano di non aver pagato alcun tipo di importo (indicatore -1.00) o, addirittura, di aver pagato fino a 10.000 volte tanto.
Tuttavia, questo metodo di valutazione potrebbe risultare inaffidabile a causa del mancato aggiornamento dei dati da parte della Pubblica Amministrazione.
Per fare in modo di aumentare l’affidabilità di un’analisi di questo tipo è necessario che le Pubbliche Amministrazioni seguano i principi di:
- Completezza;
- Accuratezza;
- Coerenza;
- Disponibilità.
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