Procurement pubblico: cambiamenti dopo l’emergenza Covid-19

24 aprile 2020| Silvia Sanna
Procurement pubblico: cambiamenti dopo l’emergenza Covid-19

Prospettive e sfide del procurement pubblico nel contesto della pandemia tuttora in corso.

L’emergenza sanitaria causata dal coronavirus che stiamo vivendo attualmente sta portando a rivalutare molti dei nostri modelli organizzativi: di certo l’utilizzo -già presente, ma ora molto più diffuso- dello smart working, ma più in generale i processi aziendali, inclusi potenzialmente anche quelli relativi al public procurement.

In molti paesi europei, gli acquisti pubblici contano già oggi per circa il 20% del PIL. In uno scenario di probabile contrazione della domanda privata, è plausibile ritenere che il ruolo del settore pubblico possa ampliarsi ulteriormente: come motore di sviluppo, a compensazione di un probabile calo – almeno nel breve periodo – della domanda interna; mediante procedure semplificate rispetto a quelle tradizionali; e, naturalmente, per far fronte ad esigenze immediate.

Un ruolo di rilancio per il settore pubblico?

Come sottolineato dall’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani molti dei provvedimenti presi sono in buona parte volti ad arginare lo shock nato dall’emergenza sanitaria in atto, comprendendo:

  • Attività volte a creare forme di compensazione, come ad esempio il rafforzamento della cassa integrazione, per le perdite di reddito;
  • Sostegni alle imprese;
  • Sussidi al settore aviazione;
  • Posticipi dei rimborsi dei prestiti da parte degli enti locali e Regioni nei confronti dello Stato;
  • Posticipi sulle scadenze fiscali non tali da impattare il deficit dell’anno in corso.

Ma in particolare, si sottolinea come un programma di investimenti pubblici potrebbe costituire un’importante azione di stimolo alla domanda e alla crescita dell’offerta potenziale, che potrebbe essere utilmente integrata da riforme in grado di facilitare l’investimento privato.

Le disposizioni sugli acquisti pubblici nel Decreto “Cura Italia”

In questo contesto, anche il Decreto “Cura Italia”, tra le varie disposizioni, si propone anche di introdurre una procedura più snella per l’approvvigionamento di materiale ICT, in deroga a quelle ordinariamente previste.

Abitualmente, per tali acquisti la legge di stabilità 2016 – art. 1, commi 512-516 – ha previsto che le Pubbliche Amministrazioni ricorrano alle convenzioni Consip o al MEPA, fatta eccezione per tutti quei beni o servizi non presenti nelle piattaforme o in casi di necessità e urgenza (in quest’ultimi casi l’acquisto viene effettuato su autorizzazione motivata dell’organo di vertice amministrativo della Stazione Appaltante che viene trasmessa ad ANAC e Agid).

Procurement pubblico_ cambiamenti dopo l’emergenza

L’art 75 del Decreto Cura Italia deroga alle procedure di cui sopra, al fine di perseguire i seguenti specifici obiettivi:

  • agevolare la diffusione dello smart working;
  • favorire la diffusione di servizi in rete;
  • agevolare l’accesso ai servizi in rete da parte di cittadini e imprese.

Per perseguire tali obiettivi, fino al 31 dicembre 2020 l’art 75 autorizza le Pubbliche amministrazioni ad acquistare beni e servizi in ambito ICT mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando; selezionando l’affidatario tra almeno quattro operatori economici, di cui almeno una start-up  innovativa o piccola e media impresa innovativa, iscritta nell’apposita sezione speciale del registro delle imprese.

Con procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando ci riferiamo a una tipologia di procedura negoziata senza espletare l’ordinaria fase preliminare di pubblicazione del bando di gara.

La norma del Decreto è stata quindi pensata al fine di ricercare l’ottimizzazione e la razionalizzazione delle procedure della Pubblica Amministrazione in termini di servizi informatici e connettività a fronte dell’emergenza coronavirus, evitando che le norme sugli appalti pubblici si tramutino in un collo di bottiglia nella gestione dell’emergenza rallentando gli acquisti della Pubblica Amministrazione.

Agenda digitale: migliorare infrastrutture, competenze e servizi pubblici

Al di là dei singoli provvedimenti, che possono variare anche radicalmente per area geografica e culturale e sul cui merito non entriamo, vi sono alcuni elementi ricorrenti per l’abilitazione a una reale nuova gestione agile e digitalizzata delle procedure guidate dal settore pubblico.

In particolare, tra le tante degne di attenzione, ne segnaliamo due:

  • infrastrutture di rete in grado di reggere il sovraccarico che giocoforza si crea a fronte di un forte ampliamento delle interazioni da remoto;
  • la riduzione del divario digitale, specie in settori chiave. Come ha scritto il Post ad esempio, il settore scolastico è uno di questi.

Un interessante esempio è quello del Canada, che va in una direzione più volte osservata, ossia quella del procurement pubblico come reale leva di innovazione.

Per far fronte all’emergenza sanitaria, ad esempio, il Governo canadese ha implementato una strategia di procurement utilizzando il suo Fondo Strategico per l’Innovazione dando la possibilità a tutti i tipi di aziende, piccole, medie e grandi, presenti sul suolo canadese di riconvertire parte della loro produzione su prodotti e servizi al momento di prima necessità.


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