Andrea Borruso, OnData: il punto sulla campagna #DatiBeneComune

14 gennaio 2022| Synapta
Andrea Borruso, OnData: il punto sulla campagna #DatiBeneComune

Dalla raccolta di oltre 50.000 firme all’iniziativa per rendere aperti i dati relativi all’attuazione del PNRR: presente e futuro della campagna #DatiBeneComune con Andrea Borruso, presidente di OnData.

Una diretta Instagram tra Andrea Borruso e Donata Columbro, rispettivamente presidente e socia di OnData: è in questa occasione, apparentemente banale, che è nata l’idea della campagna #DatiBeneComune che a distanza di un anno dalla sua nascita ha raccolto intorno a sé oltre 300 tra associazioni, organizzazioni, privati e aziende (tra cui Synapta). La campagna, basata sulla collaborazione tra OnData, ActionAid e Transparency International Italia, è iniziata con l’obiettivo di chiedere al Governo italiano di pubblicare in maniera aperta e trasparente i dati sulla gestione della pandemia di Covid-19, salvo poi trasformarsi in un’iniziativa a tutto campo di quella parte di società civile interessata a promuovere i principi di trasparenza e partecipazione a tutti i livelli della pubblica amministrazione. PNRR incluso.

Dalla “lettera aperta” a Giuseppe Conte alla raccolta di oltre 50.000 firme in pochi giorni

Il primo atto è stato quello di inviare una ‘lettera aperta’ al Presidente del Consiglio, allora in carica, perché ci eravamo resi conto dell’assoluta scarsità di dati da fonti ufficiali non solo in merito alla diffusione della pandemia di Covid-19, ma più in generale su tutto ciò che riguarda la salute degli italiani – ricorda Andrea Borruso, collegato con noi in videoconferenza – Da qui alla scelta del nome, alla creazione del sito e al lancio della prima campagna di raccolta firme su Change.Org per chiedere la pubblicazione dei dati sulla pandemia che avrebbero influenzato le decisioni del governo il passo è stato breve: non altrettanto scontato, tuttavia, il successo di questa iniziativa, con oltre 50.000 firme raccolte e un’attività che continua tuttora”. La raccolta firme, nello specifico, ha portato alla Campagna il prestigioso riconoscimento di OpenGovChampion.

Un cambiamento che comincia a vedersi anche nei discorsi di persone lontani dal movimento open data

A distanza di un anno da quella prima diretta Instagram del novembre 2020 tra Donata e Andrea, i promotori della campagna #DatiBeneComune non hanno mai trascorso più di un giorno senza promuovere iniziative, suscitare dibattito e promuovere il cambiamento nelle azioni di governo e nella sensibilità dell’opinione pubblica su questo tema. “Da quando è cominciata la campagna ho sentito sempre più spesso fare riferimento alla trasparenza, alla pubblicazione dei dati, addirittura al concetto di ‘machine readable’ in persone e professionisti a noi vicini e che mai prima d’ora si erano espressi pubblicamente in questi termini – continua il presidente di OnData – In questo senso, gli obiettivi che abbiamo raggiunto e che desideriamo consolidare ancora di più sono innanzitutto obiettivi qualitativi, di cambiamento culturale”.

La promessa, non ancora mantenuta, di rendere aperti i dati sul PNRR e altri successi della Campagna

I successi concreti, tuttavia, non mancano: dalla richiesta di modifica della licenza NC ND in licenza aperta CC-BY 3.0 del sito del Ministero della Salute, accolta con successo grazie al ricorso allo Strumento del difensore civico per il digitale, alla richiesta fatta al Governo italiano di passare alla condivisione in formato “open” dei dati relativi al PNRR sul portale ItaliaDomani, presentata insieme ad altre associazioni, attivisti ed esperti di settore, accolta a fine dicembre senza, tuttavia, che sia ancora stato specificato quando i dati saranno effettivamente pubblicati in formato aperto. “Siamo un interlocutore – spiega Andrea Borruso – che si distingue per il fatto di fare delle richieste concrete, senza polemica e senza pregiudizi, cercando sempre il dialogo con le parti interessate: un metodo che ci ha permesso di portare a casa risultati concreti e di ispirare il comportamento di altri soggetti della società civile”. Lo stesso approccio, non a caso, viene ora seguito per richiedere la modifica delle note di copyright del sito ItaliaDomani, definite “totalmente inadeguate” poiché tutelano i contenuti del sito “ai sensi della normativa in tema di opere dell’ingegno”.

Il prossimo obiettivo è quello di cambiare il modo in cui le classi dirigenti decidono di condividere i dati

In questo contesto, quella che sta per aprirsi sulla trasparenza dei dati del PNRR sembra essere la “madre di tutte le battaglie” nella fin qui breve vita della campagna #DatiBeneComune: “la fortuna, nel nostro caso, è quella di non partire completamente da zero come avveniva fino a pochi anni fa – conclude Andrea – in molti casi i ministeri pubblicano dei documenti in pdf che, seppur non essendo machine readable, contengono già una serie di elementi e caratteristiche che con un piccolo sforzo ulteriore possono contribuire a trasformarli in storie basate sui dati. A mancare, in questo preciso momento, non è più tanto la consapevolezza del valore dei dati aperti, né la volontà politica di mettere questi ultimi a disposizione di tutti, anche per obiettivi di business, quanto l’atteggiamento di fondo di una parte della classe dirigente nel voler decidere tempi e modi di questa condivisione pubblica”. A giudicare dalla risposta di cittadini, aziende e associazioni alla Campagna, tuttavia, anche questa tattica dilatoria potrebbe avere ormai le ore contate.


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