Ivo Locatelli, DG Grow: “rimettere la PA al centro dell’ecosistema dell’innovazione”

15 luglio 2022| Synapta
Ivo Locatelli, DG Grow: “rimettere la PA al centro dell’ecosistema dell’innovazione”

“In questo momento storico è fondamentale non solo fare comunicazione e sensibilizzazione, ma anche avvicinare sempre più le PA ai principali attori dell’innovazione”: intervista a Ivo Locatelli, senior expert della DG GROW della Commissione Europea.

La spesa pubblica riveste oggi un ruolo fondamentale nell’innovazione, il cui potenziale non è ancora stato del tutto espresso“: Ivo Locatelli, senior expert della DG GROW con un’esperienza di oltre trent’anni alla Commissione Europea e dieci nel settore degli appalti pubblici, possiede l’indiscusso privilegio di avere una visione d’insieme sulle leggi, i fatti e le dinamiche che hanno trasformato in profondità il settore della pubblica amministrazione nel corso di questo primo quarto di secolo. “Oggi più che mai – afferma più volte l’esperto nel corso della nostra intervista per il blog di ContrattiPubblici.org – è possibile, e soprattutto necessario, utilizzare al massimo i nuovi strumenti e le normative disponibili per acquistare soluzioni sempre più efficienti e innovative in tutti i settori di competenza pubblica“.

Dottor Locatelli, qual è il ruolo della spesa pubblica nel favorire l’innovazione?

Il ruolo della spesa pubblica nell’innovazione è fondamentale e non ha ancora pienamente raggiunto tutto il suo potenziale. Non si tratta più solo di fare acquisti, o di incentivare l’innovazione in pochi settori tradizionalmente legati a doppio filo con la “PA” quali i trasporti o la difesa militare: con velocità diverse da Paese a Paese, oggi è necessario un vero e proprio cambio di paradigma nel modo in cui vengono realizzati gli investimenti e gli acquisti pubblici. Questo cambiamento può essere favorito dalle nuove normative entrate in vigore dopo il 2016, e dalla disponibilità di strumenti come gli appalti e i partenariati per l’innovazione che consentono di stimolare il mercato a fornire nuove e migliori soluzioni. La Commissione ha lanciato diverse importanti iniziative a riguardo, che comprendono la pubblicazione di Orientamenti in materia di appalti per l’innovazione nel 20211, finanziamenti, e progetti che utilizzano l’aggregare della domandacome leva per l’innovazione e il trasferimento delle conoscenze.

Come si potrebbe accelerare ulteriormente questo cambiamento in atto?

Sensibilizzazione e comunicazione avranno nel prossimo futuro un ruolo importante nello stimolare pubbliche amministrazioni e imprese a collaborare insieme e a superare le reciproche diffidenze e incomprensioni. Personalmente, tuttavia, credo che sia molto importante fare uno sforzo per avvicinare la “PA” all’ecosistema dell’innovazione attraverso un rapporto più stretto con agenzie, centri di ricerca, startup o broker, anche integrando all’interno delle strutture amministrative dei veri e propri living lab. In questo modo, il confronto tra PA e innovatori diventerà continuo e bidirezionale, con la possibilità di scoprire in tempo reale la nascita di nuove tecnologie emergenti, di nuovi processi. Al contempo, il confronto regolare e costante con l’ecosistema dell’innovazione può facilitare il cambiamento di paradigma cui facevo riferimento prima.

Quali sono, invece, i maggiori ostacoli da superare in Italia?

Rispetto ad alcuni Paesi del Nord Europa, dove il rapporto con l’innovazione è di più antica data, una parte significativa dell’amministrazione pubblica italiana tende a resistere al cambiamento e mantiene un atteggiamento di diffidenza verso l’acquisto di soluzioni non ancora sperimentate da altri enti pubblici. Le imprese, dall’altro lato, sono ancora oggi penalizzate dal ritardo dei pagamenti della PA, soprattutto quando si trovano in fase di startup e scaleup. Il percorso, in questo contesto, è abbastanza obbligato: imprese e “PA” devono giocoforza lavorare insieme, per contribuire alla nascita di prodotti e servizi migliori che possano anche portare a un risparmio dei costi nel medio-lungo periodo.

Qualche esempio, italiano ed europeo, da prendere come riferimento?

Come DG GROW abbiamo raccolto diverse decine di esempi concreti di questa collaborazione virtuosa: un esempio in Italia viene da Consip, che ha chiesto ai fornitori di energia di proporre soluzioni in base a uno determinato obiettivo di temperatura all’interno dei locali a cui era destinato il servizio, anziché limitarsi ad acquistare una soluzione preesistente o sistemi di riscaldamento o raffreddamento. Nel capitolato d’appalto sono indicati i requisiti che i fornitori devono rispettare: un livello prestabilito di comfort, risparmio energetico e riduzione delle emissioni di biossido di carbonio. Un esempio interessante a livello europeo viene invece dal Portogallo, dove il Ministero della Salute ha richiesto lo sviluppo di un software per l’ottimizzazione del parco macchine esistente, ottenendo in questo modo un risparmio significativo rispetto al più intuitivo e sicuramente immediato acquisto di nuovi macchinari.

In che modo la guerra, la pandemia e l’inflazione potrebbero rallentare questo processo?

Il contesto storico che stiamo attraversando impone di abbandonare la conservazione dello status quo e di utilizzare al massimo gli strumenti disponibili per l’acquisto di soluzioni efficienti e innovative: per esempio, i partenariati per l’innovazione, in questo contesto, sono una procedura che comprende al suo interno sia la fase di acquisto sia la fase preliminare di ricerca, e rappresentano una delle opzioni più importanti a disposizione di quelle amministrazioni impegnate a rispondere alle sfide che ci attendono da qui ai prossimi anni. Per esempio, uno nostro studio ha evidenziato che in termini di valore l’84% dei contratti di partenariato di innovazione conclusi tra il 2016 ed il 2021 nella UE ed in Norvegia ha riguardato lo sviluppo di tecnologie in ambito ambientale. Quindi, gli appalti di innovazione danno un contributo importante alla transizione verde.

 

*Le informazioni e le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione della Commissione Europea.

 

[1] https://ec.europa.eu/docsroom/documents/45975, e vari documenti di supporto agli appalti innovativi. https://ec.europa.eu/docsroom/documents/47179, e https://ec.europa.eu/docsroom/documents/47178

[2] Big Buyers, https://bigbuyers.eu/


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