Enti locali e PNRR: cinque domande a Luca Gastaldi
28 dicembre 2021| SynaptaPremesse, sfide e opportunità per gli enti locali della pubblica amministrazione italiana nel contesto del PNRR: l’opinione di Luca Gastaldi, direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale e membro della segreteria tecnica che supporta la cabina di regia per l’attuazione del PNRR.
Oltre duecento miliardi di euro da gestire tra ministeri e dipartimenti della funzione pubblica, nella maggior parte dei casi assegnati alle singole stazioni appaltanti o da trasferire alle aziende sotto forma di “voucher” commisurati alle iniziative e alla rendicontazione finale: questa è la sfida che attende oggi la pubblica amministrazione italiana di fronte al primo anno di effettiva realizzazione dei progetti del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sul cui andamento Luca Gastaldi, direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, possiede una visione d’insieme come pochi altri in virtù del suo incarico di consulente presso la segreteria tecnica che supporta la cabina di regia di attuazione del Piano.
Professor Gastaldi, quale sarà il ruolo degli enti locali nell’attuazione del PNRR?
Un ruolo fondamentale. Sul sito web padigitale2026.gov.it, per fare un esempio, è possibile consultare le risorse che saranno rese disponibili da qui ai prossimi cinque anni per quanto riguarda la transizione digitale, in termini di infrastrutture, applicativi per il cloud, competenze digitali, cybersecurity e trasformazione dei servizi in chiave online. Risorse che saranno più definite, a livello di singolo ente locale, solo nei prossimi mesi, ma che comunque consentono già oggi di farsi un’idea della varietà di settori che saranno profondamente trasformati, dell’impatto che il PNRR avrà anche sui contesti più lontani dai centri metropolitani del Paese.
Come evolverà, in questo contesto, il rapporto tra gli enti locali e lo Stato centrale?
Gli enti locali non saranno lasciati soli nell’attuazione del Piano. È prevista, a questo scopo, la creazione di un team centralizzato che affiancherà le pubbliche amministrazioni per aiutarle a spendere al meglio le risorse disponibili. Allo studio, inoltre, vi sono progetti di supporto volti da un lato ad assicurare che le PA siano in grado di spendere e rendicontare le spese nella maniera corretta, dall’altro che tutto questo possa avvenire lasciando il giusto margine di discrezionalità ai singoli enti locali nell’attuazione del Piano sui territori.
Sarà sufficiente per superare gli storici divari tra Nord e Sud del Paese, tra il centro e la periferia?
Il rapporto tra il centro e la periferia del nostro Paese è da sempre un rapporto complesso. In questo contesto, tuttavia, ognuno dei soggetti coinvolti deve avere come principale obiettivo quello di muoversi rapidamente e tenere il passo con gli altri: anziché cercare di ottenere più risorse per sé, lo scopo deve essere quello di lavorare insieme per sfruttare al massimo le possibilità di finanziamento in comune. Alcune linee di finanziamento, in questo senso, sono indirizzate proprio ad agevolare la creazione di nuove “cinghie di trasmissione” tra centro e periferia, tra Nord e Sud del Paese, e all’interno delle stesse aree periferiche. Dal mio punto di vista, ci sono tutte le premesse (e le risorse) per fare bene questo lavoro.
Da più parti si sottolinea la scarsità di tempo e la mancanza di competenze a disposizione della PA: ostacoli, o opportunità?
Il PNRR prevede che le tranche di finanziamento destinate al nostro Paese vengano erogate in base al raggiungimento di determinati obiettivi. Uno dei compiti che svolgo nella cabina di regia, in questo senso, sarà proprio quello di richiamare l’attenzione in tempo utile per risolvere i problemi che inevitabilmente nasceranno lungo il cammino: ritardi di esecuzione, mancanza di personale o di competenze adeguate, sono e saranno attentamente monitorati, anche se già oggi è attiva una selezione volta a dotare i dipartimenti pubblici di esperti preparati a governare il processo di trasformazione in atto. Forse, per la prima volta possiamo dire che stiamo mettendo le persone giuste nelle posizioni giuste.
Quando si cominceranno a vedere i primi risultati?
Non prima della fine del 2022. L’anno che stiamo per concludere è stato per lo più un periodo di preparazione, dove abbiamo realizzato una serie di riforme abilitanti per lo svolgimento del Piano. Le prime risorse finanziarie significative verranno messe a disposizione degli enti locali solo a partire dal primo trimestre del 2022, e alcuni risultati – come il Polo Strategico Nazionale – saranno sicuramente avviati entro la fine del prossimo anno. Rispetto a molti degli obiettivi che l’Europa si è data entro la fine del decennio, l’Italia potrebbe raggiungere alcuni di questi ultimi già entro la fine del 2025 e fare da apripista in molti settori cruciali per lo sviluppo dell’economia e delle nostre società: il PNRR indica una direzione non solo per quanto riguarda la PA, ma anche per quanto riguarda il settore privato, verso gli obiettivi da raggiungere. Insieme.
intervista osservatorio agenda digitale pnrr
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